Ci ha lasciato il maestro Andrzej Gottner

21 Dicembre 2018

Ci ha lasciato un’altra persona importante per la nostra società schermistica: il Maestro Andrzej Gottner, direttore tecnico degli anni novanta e maestro del nostro attuale maestro Alessio Beltrame.

Andrzej Gottner (nato il 18 luglio 1941 a Lublino in Polonia) è stato schermidore di ottimo livello, ma è da tecnico che ha ottenuto i migliori risultati. E’ stato secondo allenatore della nazionale di fioretto polacca alle Olimpiadi di Monaco del 1972, maestro del campione olimpico Witold Woyda e tecnico della squadra di fioretto, primo allenatore dei fiorettisti nel 1974-1975, allenatore dello staff nazionale dei fiorettisti (1973-1974), inoltre tecnico di AZS Lublino, AZS AWF Varsavia e Marymont Varsavia. Dopo aver insegnato in Germania (FC Offenbach 1863), si è trasferito in Italia dove è stato Maestro alla Fiore dei Liberi di Cividale del Friuli e al Club Scherma Pordenone, prima di approdare al CUS Padova.
I suoi atleti e i dirigenti lo ricordano per le indubbie capacità tecniche, ma anche e soprattutto per le doti di empatia, educazione, rispetto per avversari e compagni che ha trasferito ai tanti allievi che hanno avuto il privilegio di averlo come Maestro.

Ripubblichiamo in queste pagina il commosso e sentito ricordo scritto proprio da Alessio Beltrame su Facebook.

ll mio Maestro (e di molti altri) se ne è andato. Sulla pedana vuota è rimasto il suo piastrone ma so che sta già dando lezione al cospetto del dio della Scherma. Il Maestro è stata la prima persona che ho conosciuto quando ho messo piede in sala 25 anni fa… mi è subito piaciuto e io piacevo a lui. Ci sentivamo ancora un paio di volte l’anno, per gli auguri di Natale e di solito d’estate; quando lo chiamavo per telefono mi rispondeva in polacco e io gli dicevo: Maestro, sono Alessio e lui: “Oh mio bravo atleta” e incominciava: “ Come sta mamma, papà, sorellina, mio presidente (Giuliana Cozzarolo) e mia bella Cividale, oh mia bella Cividale?” sembrava un disco rotto nel suo italiano stentato ma mi piaceva sentirlo. Mi ricordo ancora le sue lezioni: pedane su pedane a velocità della luce dove la sua lama parava tutto e io che dovevo stargli dietro… qualche volta però lo fregavo e allora lui si fermava e mi dava la mano e poi si ripartiva. Mi ha lasciato quando avevo 16 anni per andare a Padova ma anche dopo quando ci incontravamo in gara, sentivo dagli spalti “Forza Ale” e non mancava mai di darmi consigli perché si rimane sempre allievi del proprio Maestro.

All’esame per l’abilitazione, alla domanda di rito “chi è il tuo Maestro?” risposi senza neanche pensare (non me ne vogliano gli altri tecnici che ho avuto dopo di lui): Gottner!! un paio degli esaminatori della commissione si ricordavano ancora il suo esame, a loro dire spettacolare, presso l’Accademia di scherma di Napoli.

Così quando tornai a casa lo chiamai per raccontargli del mio traguardo e mi disse: “Sarai un bravo Maestro, io ti ho insegnato” Io non so se sono o sarò mai un bravo maestro ma quella frase un po’ narcisistica (caratteristica genetica dei maestri di scherma) che sottolineava il fatto che non potevo fallire perché ero frutto delle sue mani, mi rincuora ancora e mi illude di poter diventare un giorno come lui. Quel giorno poi andai in sala scherma, entrai nella stanzetta che era sua, mi sedetti alla sua scrivania di legno tutto tarlato, aprii con difficoltà il cassetto e trovai un registro, il suo registro con il mio nome e quello degli altri suoi allievi, le sue note e i suoi più che metteva sulle pagine bianche e decisi che quella stanza sarebbe diventata anche la mia.

Quando ho iniziato a fare scherma, la Fiore dei Liberi non aveva molti atleti, 3/4 ad allenamento ed è capitato spesso che mi ritrovassi solo con il Maestro e così a volte mi raccontava che non gli piaceva il nazismo ma tantomeno il comunismo che gli aveva rubato tutto, di come fosse un ottimo tennista e bravo musicista… una volta siamo pure entrati in società per il totocalcio… conosceva tutti i giocatori e le squadre di A, B e C, ad una gara mi fece compilare una colonna e feci 11 per caso, così mi fece giocare una colonna anche per le settimane successive ma vedendo i miei scarsi risultati interruppe la collaborazione. Penso anche di averlo azzoppato io definitivamente … giocavamo spesso a calcio in sala e una volta lo stesi con una scivolata, da quel momento non giocò più…

Era un uomo di classe, in gara sempre elegante, baciamano a tutte le donne, educato e rispettoso con gli atleti; vedevo maestri che andavano quasi alle mani o che insultavano pesantemente i loro atleti e pensavo a quanto fossi fortunato ad avere Gottner come Maestro… e mi comporto tutt’oggi anch’io come lui a fondo pedana con i miei ragazzi. Non sbagliava mai un consiglio, per vincere bastava applicare quello che diceva, per me resterà sempre il massimo.

Ero a uno delle mie prime gare e stava andando piuttosto bene (alla fine vinsi) e lui prese in disparte e mi imprestò le sue scarpe da scherma perché non potevo tirare con le mie da ginnastica… era un paio di scarpe dell’Adidas, mi sembrava di volare, mi sentii un campione… quando ho comprato il mio primo paio di scarpe da scherma naturalmente le ho prese adidas e ho cercato quelle che più assomigliavano a quel modello… sono molto legato a lui, racconto ancora ai miei allievi del mio Maestro e qualche volta cito le sue parole: zuppa minestrone, provòca, super (letto alla tedesca).

Naturalmente aveva anche più di qualche difetto e vizietti, è arrivato in palestra più di qualche volta tutto malconcio perché cadeva dalla bicicletta non proprio nel pieno delle sue facoltà, i bar storici di Cividale ancora se ne ricordano…fumava come una ciminiera anche se per un periodo aveva smesso e si era lasciato crescere i baffi… era proprio brutto, per fortuna poi riprese a fumare e li tagliò… ma questi difetti mi fanno apprezzare il suo ricordo ancora di più.

Aver saputo della sua dipartita mi ha fatto male, non ho chiuso occhio ma mi sono reso conto che non sentirò la sua mancanza perché lo incontro ogni giorno quando indosso il mio piastrone e abbasso la maschera per dare lezione a quelli che sono i miei, e anche un po’ suoi, allievi.

Ciao Maestro.

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